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MARCHETTI: “NULLA ARRIVA PER CASO, DOBBIAMO COSTRUIRE I NOSTRI SUCCESSI”

Si è svolta, finalmente in presenza, la Riunione Tecnica Obbligatoria organizzata dalla Sezione AIA di Trento, che ha avuto come ospite l’arbitro CAN Matteo Marchetti della Sezione di Ostia Lido.

Gli associati trentini hanno trascorso insieme l’intero pomeriggio, iniziato con una seduta di allenamento con il fischietto laziale presso il campo di Mattarello (TN). L’allenamento ha visto un’ampia partecipazione, presenti circa una quarantina di associati, e ha permesso ad arbitri e assistenti con esperienza diversa – dai ragazzi a disposizione del CPA Trento ai nuovi arbitri freschi di esordio –  di allenarsi con un arbitro di Serie A. L’ospite Marchetti, notando con soddisfazione il numero degli intervenuti, ha colto l’occasione per distribuire a tutti, tra uno scatto e l’altro, consigli sul metodo di allenamento e per raccontare qualche aneddoto sulla sua esperienza arbitrale.

La giornata è proseguita nella Sala parrocchiale San Pio X, a Trento, dov’è iniziata la vera e propria riunione, davanti a una platea di circa settanta associati. L’incontro ha preso avvio con la visione di un video preparato dalla Sezione, che racchiudeva i migliori momenti della carriera di Marchetti, dalle designazioni nei playoff di Serie C, all’esordio in Serie B, fino ad arrivare all’esordio in A nella scorsa Stagione Sportiva. L’arbitro di Ostia Lido, prendendo la parola, si è detto emozionato nel vedere quelle immagini e soprattutto nel poter parlare dal vivo a una platea così ampia, sottolineando come questa fosse la sua prima riunione da ospite nazionale in presenza.

L’intervento del fischietto laziale è stato incentrato, nella parte iniziale, sui tre elementi che considera come “pilastri dell’arbitraggio”: la conoscenza del Regolamento, l’allenamento e l’atteggiamento mentale. Se i primi due vanno classificati come “entry level” di un buon arbitro, l’ultimo, l’atteggiamento mentale, risulta essere il collante tra i primi due, il fattore determinate per andare avanti nel proprio percorso. La mentalità e la concentrazione sono state proprio il fulcro della riunione.

Marchetti ha quindi fatto notare, prima di passare alla parte più tecnica dell’incontro, soprattutto agli associati più giovani, come l’arbitraggio debba sempre essere inteso come qualcosa che si vuole e che si è scelto di fare, qualcosa di cui bisogna essere gelosi e orgogliosi e non come un’imposizione o un dovere: “La consapevolezza e la voglia di portare avanti un percorso di crescita sono fondamentali. Se l’allenamento o la partecipazione alle riunioni vengono sentiti come una costrizione, si tende a fare solamente il minimo indispensabile, accontentandosi. Se, invece, si ha piacere e passione, tutto viene automatico, niente pesa e si è pronti per affrontare sfide sempre più stimolanti con voglia e determinazione”.

Soffermandosi sull’importanza dell’atteggiamento mentale, Marchetti ha proposto la visione di alcuni episodi tratti da gare di Serie A e B che ha arbitrato: analizzando coppie di episodi simili, ha sottolineato come lo stesso arbitro, a volte anche nella medesima gara, possa assumere decisioni non sempre uniformi a seconda del proprio approccio all’evento e al suo, appunto, atteggiamento mentale. L’ospite ha evidenziato, così, ancora una volta, la grande importanza da attribuire alla concentrazione e alla preparazione della gara, a prescindere dalla categoria nella quale si è chiamati ad arbitrare. Marchetti ha chiuso poi il proprio intervento invitando i presenti a rimanere sempre umili e a condividere i propri errori con i colleghi, sfruttando ogni occasione per analizzare le proprie prestazioni e imparare, nel contempo, dagli errori altrui: “Si cresce guardando le cicatrici, non solo le nostre, ma anche quelle degli altri: sono dolorose, ma l’esperienza che le procura permette di arrivare in alto”.

Dopo uno scambio di doni reciproco, in cui Marchetti ha donato alla Sezione la divisa del suo esordio in Serie B, il Presidente della Sezione di Trento Francesco Scifo ha preso la parola per i saluti finali. Egli ha così congedato i presenti con la speranza che questo momento associativo abbia trasmesso loro due massime fondamentali per interpretare il proprio ruolo di arbitri: a livello individuale, è necessario fare costantemente autocritica, affrontando con grande umiltà e abnegazione l’impegno arbitrale; a livello di Sezione, bisogna mirare a crescere per confronto facendo squadra, sfruttando tutte le occasioni, sportive e ricreative, per migliorare la coesione del gruppo.

1. Foto di gruppo realizzata durante l’allenamento che ha preceduto la Riunione Tecnica Obbligatoria con l’ospite nazionale;

2. Un momento dell’allenamento;

3. Matteo Marchetti illustra i tre pilastri dell’arbitraggio.